Onnipotenza
onnipotenza O. del pensiero In psicanalisi, espressione adottata da
religione
Attributo della divinità che indica la sua capacità di fare tutto ciò che non implica contraddizione in sé o rispetto agli altri attributi divini.
L’attributo dell’onnipresenza indica il suo essere in ogni luogo, in ragione della sua scienza che tutto conosce (onniscienza), della sua potenza che crea e regge tutti gli esseri, della sostanza in quanto è presente ovunque senza risolversi in alcun essere particolare.
L’attributo dell’onniscienza, in quanto l’assoluta perfezione esclude la possibilità di una ignoranza anche minima, fu considerato intrinseco alla divinità fin dai primordi della teologia ellenica (Senofane). Ma se la divinità aristotelica, in quanto «pensiero del pensiero», è per ciò stesso inconsapevole di tutto l’imperfetto mondo delle cose, di questo ha piena conoscenza la divinità come è concepita nell’ebraismo e nel cristianesimo. Questa conoscenza non ha limiti, neppure nel tempo, estendendosi anche alla sfera del futuro (prescienza divina); da ciò nasce il problema della sua conciliazione con la libertà e con la responsabilità umana.
Particolare modo di realizzazione dell’onniscienza divina è l’onniveggenza, cioè la facoltà di vedere ogni cosa. Di qui l’attribuzione, in determinate figurazioni di divinità, di una pluralità di occhi che trascende la natura umana. Oggetto dell’onniveggenza è soprattutto l’attualità di ciò che avviene nel mondo, segnatamente nella sfera del comportamento umano ed essa appare immediatamente operativa con sanzioni punitive che hanno in genere carattere meteorico.
Bibliografia
da Enciclopedia Treccani
www.treccani.it