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Orco




Essere bestiale immaginato nelle novelle. E' di statura gigantesca; ha il capo grosso come una zucca, le sopracciglia e i capelli simili a scope di pungitopo, gli occhi scintillanti come brage accese, il naso lunghissimo, la bocca da forno e la barba ispida e arruffata. Mangia carne umana, e per questo va a caccia d'uomini, e presili li mette in prigione, donde li toglie a saziare la fame canina che lo divora. Talora però è cieco: tale è l'orco che Ariosto descrive nel suo Orlando Furioso. Questi,

In luogo d'occhi, di color di fungo
Sotto la fronte ha due coccole d'osso...
Mostra le zanne fuor, come fa il porco;
Ha lungo il naso, e il sen bavoso e sporco.

Quindi, essendo cieco, a fiuto trova la preda sua che per disgrazia gli si avvicina, perchè l'olfato in lui è finissimo. Il suo gusto però è singolare, egli conosce e si astiene dalla carne delle donne ch'egli tien chiuse in un serraglio. Per queste prigioniere e per suo passatempo mantiene armento numeroso, di cui talora, in mancanza di carne umana, egli pure si pasce. Quando abbia a disposizione molto pasto suo prediletto di uomini, ne mangia quattro o sei al giorno. La moglie dell'Orco talvolta partecipa ai suoi gusti ferini e allo stesso trasporto per la carne dell'uomo, talora però si mostra compassionevole delle vittime di suo marito.







Bibliografia

Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928

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