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Ore




Figlie di Giove e di Temi. Presiedevano al corso delle stagioni; facendo nascere a suo tempo i fiori e maturare i frutti. Le Ore in principio erano tre: Eunomia, Dice e Irene; ma più tardi diventarono quattro, come le stagioni dell'anno. Esse stavano alle porte del Cielo con Giano, e levavano le briglie ai cavalli del Sole. Filostrate le descrive nel modo seguente: Le Ore scese in tetra vanno rivolgendo l'Anno, il quale è in forma di certa cosa rotonda, con le mani, dal quale rivolgimento viene che la terra produce poi di anno in anno tutto quello che nasce; e sono bionde vestite di veli sottilissimi, e camminano Bopra le aride spighe tanto leggermente, che non ne rompono o toccano pur una. Sono di aspetto soave e giocondo, cantano dolcissimamente, e nel rivolgere quell'orbe, palla a circolo che sia, pare che porgano mirabile diletto ai riguardanti; e vanno come saltando quasi sempre, levando spesso in alto le belle braccia. Hanno i biondi crini alle spalle, le guancie colorite, come chi dal corso si sente riscaldato, e gli occhi lucenti, e al muoversi presti. A seconda della stagione che le Ore rappresentano, si coronavano di ghirlande, l'una di fiori, l'altra di spighe, la terza di uva e pampani, l'ultima di olivo.







Bibliografia

Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928

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