Organo
Unità anatomica, fisiologica e funzionale costituita da diversi tipi di tessuti associati per svolgere specifiche funzioni che interessano l’intero organismo. Il differenziamento e lo sviluppo degli o., ossia l’organogenesi, ha inizio dopo la gastrulazione per opera di sostanze organoformative e dà luogo alla formazione di o. transi;tori, che si trovano solo nell’embrione, o permanenti.
ORGANOGRAFIA(o organologia) vegetale è la descrizione morfologica sperimentale degli o. vegetali che cerca di chiarirne lo sviluppo e l’evoluzione sotto l’influsso esercitato da fattori esterni come la luce, l’acqua, il calore ecc., e in rapporto con le loro varie funzioni. Questa definizione è stata chiarita da alcuni botanici tedeschi (tra cui K. Goebel).
Elemento e/o strumento organizzativo della persona giuridica necessario per poter divenire centro di imputazione di situazioni giuridiche: una persona giuridica agisce attraverso i propri organi. Sia gli atti posti in essere dall’o. sia gli effetti si imputano direttamente all’ente; in tal modo l’attività svolta è immediatamente propria della persona giuridica e, per tale motivo, il rapporto organico implica una sorta di immedesimazione dell’o. con l’ente (a differenza della rappresentanza).
Ogni o. consta di due elementi inscindibili: un elemento personale/soggettivo, costituito da una o più persone fisiche chiamate a formare la volontà che giuridicamente viene imputata alla persona giuridica della quale fa parte, e un elemento oggettivo/formale, costituito dall’ufficio che esprime il complesso delle attribuzioni, delle competenze e dei poteri che determinano e individuano la posizione dell’o. all’interno della struttura unitaria dell’ente.
Lo Stato è la persona giuridica maggiormente articolata in o.; questi ultimi possono essere distinti a seconda della composizione, della struttura, durata, attività svolta ecc. Principalmente si distinguono in costituzionali e ordinari: sono o. costituzionali tutti quelli che, in posizione di parità e di indipendenza, concorrono all’esercizio della funzione di governo (per es., capo dello Stato, Camera dei deputati, Senato, Consiglio dei ministri ecc.); sono o. ordinari quelli che formano l’apparato amministrativo dello Stato.
Gli o. in generale vengono variamente distinti dalla dottrina. In rapporto alle funzioni loro assegnate si parla di o. attivi, consultivi e di controllo. I primi hanno il compito di esprimere la volontà dell’ente, gli altri svolgono funzioni ausiliarie (per es. la Corte dei conti è, nell’esercizio della sua funzione di controllo, un o. ausiliario dell’amministrazione attiva dello Stato). Gli o. vanno altresì distinti in monocratici e collegiali a seconda che abbiano come titolare una sola persona fisica o un insieme di persone chiamate ad agire come unità; in particolare, quelli collegiali svolgono le loro funzioni attraverso un procedimento, che consiste nella convocazione del collegio, presentazione di proposte sugli ordini del giorno, discussione, votazione; si distinguono, al loro interno, o. perfetti o imperfetti, a seconda che ai fini della validità della decisione debbano essere presenti tutti i componenti dell’organo o solo una parte dei membri. Si individuano o. rappresentativi e non rappresentativi, a seconda che siano o meno formati in tutto o in parte da persone elette da collettività in modo da poter essere considerati come esponenti o rappresentanti di esse (per es., Parlamento, Consigli comunali); o. esterni e interni, a seconda che siano idonei o meno a porre in essere atti giuridici con rilevanza (efficacia) esterna all’ organizzazione dell’ente (per es., secondo l’art. 4, d. legisl. 165/2001, i dirigenti adottano gli atti che impegnano l’amministrazione verso l’esterno); o. ordinari e straordinari, a seconda che siano istituiti in modo permanente (per es. l’INPS), oppure per svolgere determinati compiti in un periodo limitato (per es. le commissioni di concorso).
La sussistenza di più o. nell’ambito di un’unica persona giuridica pone il problema delle relazioni tra gli stessi che si esplicano attraverso rapporti interorganici di equiordinazione, di sostituzione e di subordinazione. Si ha un rapporto di equiordinazione o di indipendenza quando un o. non può subire da un altro o. una limitazione nella formazione ed espressione della propria volontà (per es. tutti gli o. costituzionali dello Stato sono indipendenti). Si ha un rapporto di sostituzione allorché in ipotesi espressamente previste da norme giuridiche (nelle ipotesi di supplenza, delega ecc.) un o. agisce in luogo di un altro. Si ha, infine, un rapporto di subordinazione (gerarchia) quando un o. è posto in una posizione sovraordinata rispetto a un altro, il quale esercita una serie di poteri (direzione, controllo ecc.) nei confronti di quello subordinato.
O. ARTIFICIALIDispositivi atti a sostituire, completamente o in parte, un o., quando il suo funzionamento risulta compromesso a causa di una patologia. Costituiscono una delle possibili opzioni, insieme al trapianto, nella sostituzione di un organo. Tuttavia permangono dei problemi relativamente all’utilizzo degli o. artificiali, tra cui la biocompatibilità dei materiali e il reperimento di un’adeguata sorgente energetica, quando necessario. Gli o. artificiali maggiormente utilizzati sono il rene artificiale (➔ emodialisi), il polmone artificiale, in particolare gli ossigenatori (➔ ossigeno), il pancreas artificiale (➔ pancreas), il cuore artificiale (➔ cardiochirurgia) e gli ausili al circolo. Tra questi ultimi trovano vasto impiego le valvole cardiache, anche se valvole biologiche prelevate da animali sono competitive con le valvole artificiali, e le pompe cardiache, utilizzate nel corso di interventi che implicano la circolazione extracorporea o in connessione con altri o., come gli ossigenatori.
INFERIORITÀ D’O.Concetto introdotto da A. Adler, che chiama in causa l’insufficienza costituzionale di un o. (anatomica o funzionale) per l’insorgenza dei sentimenti di inferiorità. Nevrosi d’o.L’insieme dei disturbi organici riconducibili a conflitti psichici repressi. La teoria o.-dinamica, elaborata da H. Ey, considera la psicosi come una disorganizzazione dei vari livelli dello psichico.
In psicanalisi, simbolica d’o. e linguaggio d’o. sono l’espressione simbolica, attraverso determinati o., di impulsi e conflitti inconsci (aggressivi e sessuali).
Bibliografia
da Enciclopedia Treccani
www.treccani.it