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Oro




Figlio d'Iside e di Osiride, uno dei grandi numi egiziani. Alcuni intesero Oro per il Dio del sole naturale, e da cui venisse il nome delle ore, che dividono il giorno. Altri lo prendono per il mondo. Questo Dio veniva rappresentato sotto due forme: cioè l'Oro, giovane, che era nudo con l'acconciatura dalla lunga treccia attorcigliata, battendo l'orecchia, col dito in bocca secondo l'abitudine dei bambini; che talvolta figura sulle ginocchia della madre che lo allatta. Come Oro detto il grande, in generale si vede seduto su un trono dipinto di azzurro, ed è in forma di sciacallo o cane, con la testa di sparviero, con lo pschent, simbolo del potere che esercitava nella regione superiore e inferiore. Alcune volte poi è raffigurato in piedi col corpo umano e la testa di sparviero con lo pschent, e tiene lo scettro nella mano sinistra e nella destra la croce ad ansa. Infine era rappresentato dallo stesso sparviero.







Bibliografia

Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928

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