Osservazione
L’atto di osservare e il risultato di esso, talora sinonimo, rispettivamente nei due significati, di misurazione e misura/">misura; costituisce l’atto primario dell’indagine scientifica, comprendendo il complesso delle attività necessarie e sufficienti per acquisire le caratteristiche qualitative e quantitative di un fenomeno, alle quali seguiranno poi le attività volte alla completa descrizione (eventualmente anche matematica) e, se possibile, alla spiegazione del fenomeno stesso.
L’o. partecipante è
un metodo di ricerca delle discipline etno-antropologiche, applicato
inizialmente allo studio di popolazioni ‘esotiche’, e successivamente
utilizzato in tutti i contesti di lavoro degli antropologi (analisi di
realtà urbane, di movimenti giovanili, di reti migratorie, di gruppi
professionali ecc.). L’o. partecipante prevede lunghi soggiorni di
ricerca sul terreno e possibilmente l’apprendimento della lingua della
popolazione studiata; il principio sul quale si fonda è quello secondo
il quale una partecipazione protratta alla vita quotidiana di un gruppo
umano permette una comprensione più approfondita delle dinamiche
sociali, politiche, relazionali, economiche ecc. I suoi limiti emergono
nel caso essa sottovaluti erroneamente l’impatto della presenza
dell’antropologo sui soggetti osservati. Introdotta dall’antropologo B. Malinowski nelle sue ricerche in
Da un punto di vista psicanalitico (per es., G. Devereux, From anxiety to method in behavioural sciences, 1967) i dati realmente interessanti per una scienza dell’uomo sono invece proprio le ineliminabili distorsioni che sorgono nell’interazione tra un osservatore e altri esseri umani cui si attribuisce lo status di osservati.
Bibliografia
da Enciclopedia Treccani
www.treccani.it