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Parche




Dee che presiedono alla sorte degli uomini, regolandone i destini. Sono sorelle e si chiamano Cloto, Lachesi e Atropo. Gli uni le fanno figlie della Notte e dell'Erebo; altri della Necessità e del Destino, e altri ancora di Giove e di Temi. I greci le chiamavano Moire, e i Latini Porcai, dalla parola parcus, come se fossero state troppo avare nel dispensare la vita degli uomini, che sembra troppo corta. Il loro nome particolare denota le loro differenti funzioni; perchè siccome ogni destino degli uomini che dicevasi sottomesso alla potenza delle Parche, riguardava o il tempo della nascita, o quello della vita o quello della morte. Clolo (che in greco signfica evocazione) la più giovane delle sorelle, presiedeva alla nascita degli uomini, e teneva la rocca e tirava il filo; Lachesi (che vuol dire sorte) maggiore della precedente, avvolgeva il filo intorno al fuso, e Atropo (che significa senza ordine) tagliava il filo con le forbici. Lachesi nell'empire il fuso segna quel che accade nella vita di un uomo, in cui gli uni agli altri si succedono i giorni e le azioni, i dolori, i piaceri, le vicende, le speranze, le illusioni, i disinganni. A ogni ora che passa s'incalzano le idee; i moti dell'animo, gli avvenimenti; non si perde nulla tanto nella natura quanto nella morale: l'affaticarsi e l'avvicendarsi delle cose ha una regola e un fine stabilito dall'ordine generale: e il fuso è un simbolo di quella successione delle cose umane che ha luogo nella vita, perchè conserva il filo, non lo disperde, e sembra che lo destini, come negli usi volgari delle filatrici, a ordire qualche trama; e di fatti ogni vita d'uomo concorre a formare il tessuto della società generale. Per cui Lachesi, benché sia di minore attività delle altre due sorelle, ha un incarico grave e misterioso.







Bibliografia

Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928

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