Pelope
Figlio di Tantalo. Suo padre, volendo far prova dell'onniscienza degli Dei che aveva invitati a un banchetto, scannò Pelope, lo fece tagliare a pezzi e fattolo cuocere, lo pose insieme ad altre carni sulla mensa. Gli Dei conobbero il suo delitto, e si astennero di mangiare quell'orribile vivanda, tranne Cerere, la quale, addolorata per il ratto di Proserpina sua figlia, se ne cibò senza avvedersene. Giove, mosso a pietà della triste sorte di quel fanciullo, ne raccolse le sparse membra, e sostituita una spalla d'avorio a quella che Cerere aveva mangiato, gli rese la vita. Dicesi che quella spalla, al solo toccarla, aveva la virtù di guarire ogni specie di malattie. Pelope sposò Ippodamia, dopo aver vinto Enomao suo padre (vedi Minilo) e diede il nome Peloponneso agli stati conquistati al suocero. Morto in avanzata età, la sua tomba diventò un altare e furono celebrate feste annue dette Pelopee.
Bibliografia
Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928