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Pensiero e conoscenza




In senso stretto, il pensiero è la capacità di rappresentazione astratta. È capace di operazioni che superano i poteri dell'immaginazione: non è possibile, infatti, distinguere per immaginazione una figura dai mille lati da una figura dai diecimila lati; d'altra parte, un pensiero chiaro e distinto, attraverso le definizioni astratte delle figure, permette tale distinzione (Cartesio, Meditazioni sulla Metafisica, VI).

Superiore ai sistemi di cause, il pensiero è quello attraverso il quale l'uomo può essere effettivamente libero. Il pensiero rende possibile la distanza critica: attraverso di esso, posso astenermi dal desiderare l'impossibile; posso convertire il mio giudizio delle cose e così passare dalla lamentela alla serena accettazione (Epitteto, Manuel); posso scartare immagini inutilmente terrificanti, come la rappresentazione della morte, e così vivere pienamente il presente (Epicuro, Lettera a Meneceo).

Allo stesso modo, la conoscenza del meccanismo delle passioni permette di agire su di esse (Cartesio, le Passioni dell'Anima). Il lavoro critico del pensiero porta alla luce la base dell'alienazione: l'ignoranza. È infatti l'ignoranza delle cause che porta allo stupore o alla meraviglia; è anche l'ignoranza che induce l'idea della libertà come creazione assoluta. D'altra parte, capire che la libertà consiste nell'assumere la necessità è accedere alla gioia, per fuggire alla frustrazione e al risentimento (Spinoza, Etica).





Bibliografia


www.larousse.fr/encyclopedie

tradotto con l'ausilio di www.deepl.com

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