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Pensiero e materialismo




Il materialismo radicalizza la messa in discussione del pensiero. Nel XVIII secolo, Hobbes affermava che il pensiero equivale a un calcolo. Ma il calcolo è un insieme di operazioni che le macchine possono eseguire. Quello che chiamiamo "pensiero" non richiede quindi una facoltà propria. Nei suoi scambi con Cartesio rende omaggio alla fisica meccanicistica, ma la rimprovera di non spiegare l'intero uomo con cause fisiche (Obiezioni alle "Meditazioni metafisiche").

Mettendo in evidenza, nello Spirito delle leggi (1748), l'impatto del clima e della topografia sulle mentalità, Montesquieu relativizzò l'autonomia di pensiero rispetto alle condizioni materiali. La libertà di pensiero non può essere definita come sovranità assoluta.

Pensatori materialisti come La Mettrie, autore di The Machine Man (1748), hanno sistematizzato l'approccio fisico e deterministico alla realtà. Il pensiero, secondo loro, si spiega con la reattività a certi stimoli. Marx ha ripreso il pensiero materialista francese del XVIII secolo e lo ha integrato in una concezione dialettica del futuro sociale. Le forze produttive e le relazioni che esse inducono sono il fondamento della realtà effettiva: il pensiero è solo l'espressione consapevole di determinazioni oggettive. Non sono le idee a guidare il mondo, ma il contrario (Capitale, Libro I).

 




Bibliografia


www.larousse.fr/encyclopedie

tradotto con l'ausilio di www.deepl.com

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