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Perseo




Figlio di Giove e di Danae. Dicesi che essendo tato esposto alle onde insieme a sua madre in una una barca logora (o in una cassetta, come vogliono alcuni), fu gettato sulle coste dell'isola di Serilo, una delle Cicladi, ma fu salvato ed educato da Polidette, che ne era il re. Ma poi innamorato di Danae, pensò di allontanare il di lei figlio, e a questo fine gli ordinò di combattere le Gorgoni e di portargli la testa di Medusa. Perseo, amato dagli Dei, ricevette per il successo di tale impresa da Minerva uno specchio, da Plutone l'elmo, da Mercurio i talari alati, una scimitarra di diamante e un magico sacco da viaggio. I talari alati rappresentavano un buon vascello a vela, del quale Perseo si valse per andare sulla costa d'Africa; l'elmo di Plutone si riferisce al segreto che conveniva tenere in quell'impresa; e lo specchio di Minerva la prudenza con la quale si comportò in quella guerra. Diffatti vinse le Gorgoni e tagliò la testa a Medusa, mettendola nel sacco magico. Giunto nell'Etiopia, con l'aiuto del cavallo Pegaso, imprestatogli da Minerva, liberò Andromeda dal mostro che stava per divorarla, e dopo aver sposata la principessa che dovette conquistare una seconda volta in combattimento contro Fineo, fece ritorno con lei nella Grecia. Ma poco dopo ebbe la sventura di uccidere egli stesso Acrisio, suo avolo, di un colpo di piastrella nei giuochi funebri che si celebravano in onore di Polidette. Ne fu tanto afflitto che abbandonò il soggiorno d'Argo, e andò a fabbricare una nuova città, di cui fece la capitale dei suoi domini, e che chiamò Micene. Perseo fu fatto perire da Megaponte per vendicarsi della morte di Preto, suo padre, da lui ucciso. Perseo venne collocato fra le costellazioni.







Bibliografia

Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928

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