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Platone: geometra




3.5. FILOSOFARE È IMPARARE A MORIRE
L'accesso alla conoscenza delle Idee non solleva solo difficoltà logiche, ma prima di tutto difficoltà morali o metafisiche. È necessario che l'anima sia liberata, non solo dalla schiavitù, ma anche dalla mediazione del mondo sensibile: che sia restituita allo stato che era proprio prima, per nascita, doveva incarnarsi in un corpo. "Filosofare è imparare a morire", dice Platone nel Phædo.

Questa liberazione è l'occasione del ricordo, con cui l'anima recupera le Idee da cui si era nutrita, quando ha seguito, nel luogo sovraceleste, la processione degli dei; la vita corporea aveva poi soffocato questo ricordo.

Gli amici della saggezza sono, quindi, i nemici del corpo concepito come un ostacolo all'elevazione all'intellegibile. Occorre quindi invertire i valori comuni: in questo mondo rovesciato che è il Platonismo, la vera vita corrisponde a ciò che l'opinione comune ritiene essere la morte, cioè lo stato in cui l'anima rinasce o risorge ogni volta che si separa di nuovo dalla sua tomba corporea.

Il mondo delle Idee è infatti la patria dell'anima; tra le Idee e l'anima c'è una stretta parentela: indistruttibili e indivisibili, sfuggono ai sensi oltre che diventare.

3.6 "CHE NESSUNO ENTRI QUI SE NON È UN GEOMETRA".
Questo ascetismo si basa su una serie di intermediari che assicurano il passaggio da un mondo all'altro. L'amore è stato uno di questi, attraverso il quale Socrate ha conquistato il suo entourage alla filosofia, poiché, dall'amore carnale di un corpo all'inizio, è diventato amore per la bellezza ideale invisibile e, attraverso la procreazione, per l'immortalità.

Tuttavia, nel quadro più istituzionale dell'Accademia, Platone preferisce sostituirsi ai matematici: anche la matematica, partendo da figure sensibili, porta all'intuizione di "figure assolute, oggetti la cui visione non deve essere possibile per nessuno se non attraverso il pensiero". Questo è il significato dell'iscrizione sul frontone dell'Accademia: "Che nessuno entri qui se non è un geometra!" Prima di dedicarsi alla filosofia, bisogna prima aver liberato la propria anima con la matematica.

Ma la matematica, necessaria alla scienza, non basta: i suoi principi sono ipotesi alle quali non può rispondere, così come non può, quindi, rispondere alle conclusioni che ne trae per deduzione.

Solo la dialettica porta all'intelletto dei principi in sé; solo la dialettica può giustificare pienamente le sue proposte collegandole a quel principio supremo che Platone chiamava il Bene e che, nella Grotta, era rappresentato dal Sole.





Bibliografia


www.larousse.fr/encyclopedie

tradotto con l'ausilio di www.deepl.com

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