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Plutone




Questo Dio dei Greci e dei Romani, che più spesso dai primi era chiamato Ades, e dai secondi Orcus e Dis, era fratello di Giove e di Nettuno, e presiedeva alle regioni a cui se ne andavano le anime dei morti, ed era anche considerato quale padre delle ricchezze. Plutone aveva per moglie Proserpina. Questo re dell'Inferno era presso gli antichi ritenuto una divinità inesorabile alle preghiere umane, e il più odiato dagli uomini, fra tutti gli Dei. Rappresentasi con un mazzo di chiavi in mano, e talora su un carro tirato da quattro cavalli, chiamati Orfneo, Tone, Nonio e ^iesfore. Preso come Dio della ricchezza, secondo Boccaccio, il carro di Plutone non aveva che tre ruote, ed era tirato da tre cavalli, e ciò per mostrare quale sia la fatica e il pericolo di coloro che cercano di arricchire e l'incertezza delle cose future. E si vuole, come Dio della ricchezza, che fosse cieco e zoppo quando andava fra gli uomini, e che nell'abbandonarli mettesse le ali, godendo distribuire le ricchezze a capriccio e non secondo la ragione. Seneca, nell'Inferno, lo pone sopra un alto seggio tutto intagliato a mostri spaventevoli, col capo cinto di tetra nebbia; altri gli danno un trono d'ebano e di zolfo, e una corona d'ebano.







Bibliografia

Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928

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