Home
Prossemica
Prossemica
Prossemica deriva da proximity,
neologismo che definisce una disciplina fondata dall’antropologo
culturale americano Edward T. Hall nei primi anni Sessanta, che studia
l’uso dello spazio dal livello micro del rapporto interpersonale a
quello macro del rapporto con l’ambiente. Con sguardo antropologico,
studia il linguaggio silenzioso dello spazio.
Antropologia di casa nostra
Chi
ci ha insegnato le distanze giuste, insieme al modo di usare le posate?
Nessuno probabilmente, ma una regola deve pur sussistere se si reagisce
quando vengono violate. E. T. Hall, interrogandosi sui perché di stereotipi comportamentali che normalmente vengono dati per scontati, si fa pioniere di nuova conoscenza. Cercando come farne oggetto di ricerca, disegna il basic di nuove metodologie. Cercando il dove si
stabilisce la differenza, tesse l’ordito di un’antropologia che studia
l’esotismo del vicino, ossia l’antropologia di casa nostra, non quella
dei Tropici e della lontananza. Facile riconoscere la differenza
laddove il salto è grande, ma quando il salto è piccolo? Come si
affronta la differenza at home?
Al grado zero della scrittura antropologica, grazie ad un paradigma che
intende declinare il dialogo tra le culture umane e costruirne il
lessico elementare.
Il “salto epistemologico”
Il
procedimento di lavoro di questa specializzazione dell’Antropologia
culturale si basa su quello che in gergo scientifico viene chiamato
“salto epistemologico”, ossia il legittimo trasferimento di modelli,
concetti e metodi dal dominio di un sapere consolidato – in questo caso
le scienze naturali – a un sapere fondato su altri presupposti.
Legittimo se l’obiettivo è ampliare il range della
conoscenza, no se si interpretano i risultati che ne discendono in base
ai postulati di un’altra scienza, perché questo significa fare
riduzionismo teorico e scientifico di memoria funesta, appiattendo la
specie umana ai babbuini. Cosa non tanto grave per se stessa – Adamo ha
già dato una bella botta all’orgoglio di specie – quanto per gli
indebiti trasferimenti che ciclicamente ideologia e politica fanno
grazie alla scienza, facendosi interpreti del pensiero unico. Meno
grave se si considera la questione da un punto di vista un poco più
flessibile, tipo pensare che la specie sapiens dai babbuini abbia proprio tanto da imparare!
Concetti ponte
Il
salto della Prossemica – sul confine tra il versante culturale e quello
fisico dell’antropologia – è reso possibile dall’utilizzo di concetti
ponte derivati dallo studio delle società animali, consolidati e
sostenuti da una ricerca empirica che non consente però di misurare
“esattamente” tutti i parametri d’uso dello spazio e i modi di
elaborarne i contenuti, poiché il livello soggettivo è misurabile solo
indirettamente. T ali concetti sono i seguenti:
Spazio Personale .
«Processo comportamentale di aggiustamento degli elementi spaziali di
una relazione che interessa almeno due soggetti, attivato in modo più o
meno consapevole mediante variazioni di prossimità, orientamento
fisico, strategie posturali, cinesiche, verbali e non verbali,
convenzionali e non convenzionali». Tale processo si esprime in quattro
classi di distanza:
· Intima , la distanza del conforto, della lotta, della protezione (da zero a 45 cm .)
· Personale , la distanza della sfera protettiva del sé o zona cuscinetto (da 45 cm . a 75 cm ., sino a 120 cm .)
· Sociale , il limite di dominio in cui si esprime il rapporto con lo spazio (da 1,20 m . sino a 3,60 m .)
· Pubblica ,
tipica delle situazioni protocollari e ufficiali (dai 3,60 m . ai 7,5 m
.) - , che non vanno però assunte in senso rigidamente metrico, bensì
come intervalli indicativi della direzionalità di processi influenzati
da molteplici fattori.
Territorialismo. «Processo
comportamentale di uso esclusivo e di delimitazione dei confini di uno
spazio fisico ottenuto mediante personalizzazione di luoghi e oggetti,
comportamenti di difesa attiva, segnalazione del possesso, segnalazione
del controllo o marcatura».Il territorialismo si esprime tanto negli
ambienti privati, dalla stanza allo spazio domestico, quanto negli
ambienti di lavoro e nei luoghi pubblici. È un processo relazionale
fondamentale nelle interazioni di gruppo, attraverso il quale si
rafforzano i processi gerarchici e identitari.
Privacy. «Processo
di selezione-controllo degli stimoli provenienti dall’interazione
sociale e dall’ambiente, attivato mediante schemi motori e posturali,
comportamenti verbali e non verbali, uso di strutture fisse e
semi-fisse dell’ambiente naturale e costruito». L’organizzazione dei
diversi livelli di privacy è da mettere in relazione al contesto, al
sistema di attività e al contenuto dello stesso. Non vi è sufficiente
ricerca per definirne livelli standard, ma vi è ricerca su di una
tipologia sufficientemente ampia di casi concreti in ambienti quali
biblioteche, trasporti e spazi di lavoro.
Metodi, nozioni guida e postulati della disciplina
La
prossemica si muove su un terreno scivoloso dove si esprime un livello
minimo di consapevolezza, ma permeato di quel tipo di regole culturali
implicite che, proprio perché si danno per scontate, alimentano molti
tipi di pregiudizi. Per affrontare il quale ha scelto una metodologia a
matrice che integra osservazione empirica, metodi etologici, uso
d’interviste o questionari, simulazioni, il tutto filtrato
dall’osservazione partecipante, ovvero dalla presenza dell’osservatore
nel suo campo d’indagine.
I livelli di studio di questa disciplina sono i seguenti:
a) Infracultura .
Riguarda i comportamenti radicati nel passato biologico della specie e
interessa la territorialità, il controllo del popolamento, la tendenza
a occupare, difendere e circoscrivere uno spazio critico che garantisca sicurezza e sopravvivenza.
b) Precultura .
Interessa la base fisiologica comune a tutti gli esseri umani nelle sue
variazioni culturali, tali per cui persone educate in ambiti diversi
vivono in mondi percettivi diversi. (es. comportamenti di contatto e di non contatto, rimozione/valorizzazione dell’olfatto).
c) Microcultura . Interessa
i modi in cui ogni gruppo e cultura strutturano lo spazio e
attribuiscono valore simbolico alle sue configurazioni. Questo livello
investe l’organizzazione degli ambienti privati, pubblici e di lavoro,
i processi relazionali e comunicativi (es. aspetti sociopeti o sociofughi dell’organizzazione degli arredi, ruolo delle nozioni di centro e angolo in relazione alle attività).
Infine, in merito ai postulati che guidano la sua indagine, per la prossemica:
1) la specie umana, come tutte le altre specie, è soggetta all’interazione organismo/biotopo;
2) gli uomini abitano mondi sensoriali culturalmente differenziati;
3) l’analogia con le società animali non deve presupporre uguali spiegazioni comportamentali;
4) la diversità tra culture non esclude l’unitarietà di alcuni comportamenti nello spazio;
5)
lo scarto è perno dell’interpretazione e
traccia di un cammino alternativo. S ulla base di queste premesse, la
prossemica promuove l’ascolto e il dialogo tra le culture, proponendosi
come scienza del presente di attualità urgentissima.
La cultura della sicurezza
Prossemica
ed ergonomia interagiscono in modo complementare. Più interessata la
prima ai processi relazionali e simbolici, la seconda alla definizione
degli standard da riversare nella normativa, esse si sviluppano su
percorsi simbiotici e interattivi. Entrambe hanno avuto un ruolo
fondamentale nell’affermazione di una cultura della sicurezza e sono
oggi pietre angolari dell’impianto solidaristico dell’antropologia
contemporanea.
Bibliografia
da Enciclopedia Treccani
www.treccani.it