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Proteo




Figlio di Nettuno e di Fenice, secondo altri dell'Oceano e di Teti. Egli era guardiano delle foche e delle altre bestie marine di Nettuno, il quale, pei ricompensarlo delle cure che aveva per il suo gregge, gli diede il potere di predire il futuro, e di assumere a piacere qualsiasi forma. Proteo aveva sulla spiaggia una grotta in cui riposava, e in quella recavansi i mortali a consultarlo; bisognava però sorprenderlo mentre dormiva e incatenarlo, perchè non sfuggisse, poiché egli, per sottrarsi, assumeva mille forme, di leone, di drago, di fuoco ardente, di pianta gigantesca, di acqua scorrevole; e se con tutto ciò non riusciva a slacciarsi dalle catene, soltanto allora manifestava la volontà divina a lui ben nota. Proteo fu padre di due giganti crudelissimi, Timolo e Telegone, ai quali comparve in forma di spettro, spaventandoli talmente, da indurli dal desistere dal commettere le consuete scelleratezze, e che poi furono uccisi da Ercole. Ebbe anche tre figlie, Cabira, Eidotea e Beozia.







Bibliografia

Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928

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