Psicopatia
Qualsiasi anomalia della personalità capace di indurre un sofferenza per l’individuo o disturbo per la società.
La genericità della definizione rispecchia l’incertezza che permea il concetto di p., che se da un lato trapassa insensibilmente nelle comuni anomalie caratterologiche, dall’altro non sempre ha limiti netti con forme cliniche che hanno il significato di malattie mentali. Infatti, sul piano teorico è assiomatico che la p. è presente sin dalle prime età ed è sempre connaturata con la personalità. Nei confronti delle psicosi endogene, cioè della schizofrenia e della ciclotimia, la difficoltà di differenziazione è costituita dalla possibilità di forme fruste di queste malattie.
Fra le varie classificazioni proposte per le personalità psicopatiche, alcune si basano sugli elementi caratterologici più evidenti all’osservazione (classificazioni ‘asistemiche’); per es.,
Altre
classificazioni, invece, si avvalgono di particolari criteri ordinativi
nella struttura della personalità (classificazioni ‘sistematiche’). E.
Kahn distingue diverse categorie di psicopatici a seconda degli
‘strati’ della personalità in cui è evidente l’anomalia: psicopatici
dell’istinto (anomalie dell’istinto); psicopatici distimici (anomalie
del temperamento); psicopatici distonici (anomalie del carattere).
La teoria psicanalitica vede infine nella personalità psicotica delle nevrosi del carattere, in cui, per una situazione conflittuale, alcuni tratti del carattere sono accentuati fino a portare il soggetto a un contegno anormale, oppure perversioni nelle quali rientrano le varie psicopatie sessuali.
Bibliografia
da Enciclopedia Treccani
www.treccani.it