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Secenov Michailovic




SECENOV MICHAILOVIC IVAN, psicologo russo n. nel 1829, m. nel 1905. Dopo aver conseguito, nel 1856, la laurea in Medicina all’Università di Mosca e aver ottenuto una borsa di studio per l’estero, soggiorna in Austria e Germania dove si viene a trovare a stretto contatto con i maggiori fisiologi del tempo. Nel corso di un secondo viaggio all’estero svolge ricerche sul cervello della rana presso il laboratorio di C. Bernard a Parigi, scoprendo l’"inibizione centrale", ovvero l’inibizione dei riflessi da parte della corteccia. La sua importante monografia I riflessi del cervello viene pubblicata in Russia nel 1863, sul settimanale Medinskij Vestnik e, in volume, nel 1866. Sulla scia del suo insegnamento i suoi allievi, in particolar modo N.E. Vvedenskij e A.A. Uchtomskij, costituiranno la "Scuola di Pietroburgo" che svilupperà, tra l’altro, la metodica elettrofisiologica introdotta in laboratorio dal maestro. S. è unanimemente considerato il "padre" della fisiologia russa. Non senza motivo Pavlov sostiene di aver deciso di dedicarsi allo studio dell’attività nervosa superiore nell’ottica del riflesso condizionato in seguito alla profonda impressione in lui suscitata dalla lettura de I riflessi del cervello. L’impostazione prevalentemente fisiologica della psicologia sovietica, che avrebbe caratterizzato i lavori di Bechterev e Pavlov e dei loro successori, ritrova in S. una sua sicura origine. Si pensi che il titolo originale dell’opera era inizialmente I riflessi del cervello "Tentativo di spiegare fisiologicamente l’origine dei fenomeni psichici", che S. è costretto a cambiare per la censura e che, nello stesso tempo, riassume con sintetica fedeltà il suo programma. In effetti si può sostenere che al fondo dell’impegno scientifico di S. è il tentativo di elaborare un modello del comportamento partendo dalla spiegazione fisiologica dei fenomeni della mente. Fu appunto questo il motivo che suscitò tanto entusiasmo nel lettore I. P. Pavlov: la possibilità di rappresentare in termini di fisiologia pura il mondo soggettivo degli uomini. Tale impostazione, perseguita con tenacia da S., gli procura, inoltre, fuori della Russia, il titolo di "fondatore della psicologia obiettiva". Per S. tutti gli atti della vita conscia e inconscia sono dei riflessi e tutte le manifestazioni esterne dell’attività cerebrale possono essere ridotte a un singolo fenomeno: il movimento muscolare. Le manifestazioni della vita psichica conscia e inconscia, secondo l’ipotesi avanzata da S., sarebbero poste sotto il controllo di tre separati meccanismi: i riflessi "semplici" o "puri" (tra i quali la suzione del neonato, lo starnuto ecc. e, su un diverso piano, i riflessi acquisiti ma resisi autonomi come, ad esempio, la deambulazione), i centri che inibiscono i riflessi (ad esempio il riflesso psichico del pensiero), i centri che intensificano i riflessi (ad esempio i riflessi "emotivi"). L’attività psichica e i movimenti muscolari che ne costituiscono l’espressione non sono possibili senza la stimolazione esterna dei sensi. Nel sostenere che la causa iniziale di ogni attività umana si trova fuori dell’uomo S. raccoglie, tra l’altro, la lontana eredità del sensismo francese che aveva assorbito da studente attraverso la lettura del filosofo tedesco F. E. Benecke.


Bibliografia


Carotenuto, A. (a cura di), Dizionario bompiano degli psicologi contemporanei, Bompiani, Milano, 1992

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