Sentimento
Il termine deriva dal latino medievale sentimentum, che a sua volta viene dal verbo sentire, cioè «percepire». Per sentimento si intende quindi la facoltà che ci mette in grado di provare un moto dell’animo, come la gioia, l’odio, la gratitudine, lo stupore, la paura. Il sentimento tocca la sfera affettiva ed emozionale ed è spesso contrapposto alla ragione
La gamma dei sentimenti
Positivi e negativi. Non si può capire pienamente il significato della parola sentimento, se non lo si accosta al verbo da cui proviene – sentire – che significa «avere consapevolezza di sé e dell’altro». Il sentimento è quindi un moto che dall’esterno si rivolge all’interno, provocando una vibrazione interiore dell’animo.
I sentimenti possono essere innumerevoli: gioia, allegria, gratitudine, compassione, per citare quelli positivi; ma vi sono anche quelli negativi come rabbia, odio, vendetta, invidia e così via. Si può manifestare un sentimento quando mostriamo chiaramente quel che proviamo nei confronti di una persona – l’amicizia – ma si può anche nascondere un sentimento (l’odio) perché manifestarlo non è facile. In questo caso il sentimento negativo viene tenuto dentro fino a quando non esplode, con esiti che a volte possono essere tragici. Essere indifferenti a tutto e quindi non provare alcun sentimento è estremamente negativo. Spesso è indice di paura: si teme, lasciando intravedere quel che si ha dentro, di essere più vulnerabili, ma in realtà si diventa soltanto più soli e aridi.
L’educazione ai sentimenti. Ognuno dovrebbe essere educato a riconoscere e a manifestare i sentimenti positivi. Per esempio, provare gratitudine se qualcuno ci ha aiutati è bello, oltre che doveroso: ci fa rendere conto che non siamo soli e farà sì che anche noi ci renderemo disponibili agli altri. Spesso però è indispensabile far notare la bellezza di questo sentimento a un bambino, o a un giovane, che altrimenti ci potrebbe passare sopra. Un esempio poetico di educazione ai sentimenti è il libro di Antoine de Saint-Exupéry Il piccolo principe (1943). Nel famoso episodio che ha per protagonista la volpe, questa spiega al piccolo principe cosa vuol dire addomesticare, cioè «creare dei legami», e conclude ricordando che si vede bene soltanto col cuore, perché «l’essenziale è invisibile agli occhi».
Anche la compassione è un moto dell’animo bellissimo, su cui addirittura si fonda la dottrina del buddismo (Buddha). Saper soffrire quel che soffrono gli altri o più semplicemente immedesimarsi negli altri non è facile, ma se tutti si sforzassero maggiormente di riuscirci le relazioni umane sarebbero migliori.
Dal romanticismo alla psicologia
L’epoca storica che ha più esaltato la sfera dei sentimenti è senza dubbio quella del romanticismo, il movimento letterario sviluppatosi tra la fine del 18° e i primi decenni del 19° secolo. Uno scrittore inglese, Laurence Sterne, adoperò per la prima volta la parola sentimental e la rese nota nel suo Viaggio sentimentale tradotto in italiano nel 1813 dal grande poeta Ugo Foscolo.
Questo periodo fu caratterizzato da una sensibilità quasi esasperata, tanto da cadere a volte nel sentimentalismo, cioè in un modo esagerato e a volte artefatto di vivere e manifestare i sentimenti. L’amore era sempre travolgente e spesso, se non corrisposto, conduceva alla tragedia: il romanzo del grande scrittore e poeta tedesco J.W. von Goethe intitolato I dolori del giovane Werther (1774) ne è un esempio. Ma anche il sentimento per la natura era drammatico, come possiamo vedere nei quadri del pittore tedesco Caspar David Friedrich, nei quali egli ritrae uomini soli di fronte al mare in tempesta o in cima a montagne vertiginose per testimoniare la finitezza dell’uomo di fronte all’infinità della natura. Un terzo sentimento particolarmente avvertito in quell’epoca è quello per la patria: si combatteva per l’indipendenza dei popoli dallo straniero e per la conquista della libertà e poteva succedere che un poeta – l’inglese George Byron, per esempio – andasse a morire per aiutare i Greci nella loro lotta contro il dominio dell’Impero ottomano.
Nell’epoca moderna la filosofia considera il sentimento fondamentale per comprendere la realtà, quando gli strumenti della scienza non sono adatti a conoscere le cose. La psicologia, infine, dà importanza alle emozioni nel bilancio della vita psichica dell’uomo e per l’equilibrio della sua personalità.
Bibliografia
da Enciclopedia Treccani
www.treccani.it