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Harry Stack Sullivan




SULLIVAN HARRY STACK, n. a. Norwick (New York) nel 1892, m. a Washington nel 1949. Laureatosi in Medicina a Chicago nel 1917, si arruola nell’esercito durante la prima guerra mondiale. Lavora quindi in un ospedale di New York e presso l’Università del Maryland. Di formazione psicoanalitica, fonda e dirige la Washington School of Psychiatry. Un costante interesse nei confronti delle problematiche sociali lo porta fra l’altro a occuparsi di questioni di politica internazionale per l’UNESCO. Autore della "teoria interpersonale della psichiatria" che, pur condividendo l’attenzione ai fattori ambientali nello sviluppo della personalità di studiosi come Adler, Fromm, Horney, si segnala per la sua originalità e per il carattere radicale della sua posizione. La psicologia individuale viene strutturandosi all’interno di contesti relazionali che sono presenti, quali interlocutori interni ("personificazioni") anche in condizioni di totale isolamento. Tali personificazioni si formano a partire dalle esperienze di gratificazione/ frustrazione dei bisogni e dal vissuto dell’angoscia cui si riconosce un ruolo di primo piano. Per difendersi dalle situazioni angosciose legate all’interazione con la madre, il bambino sviluppa un "sistema del Sé" la cui rigidità può condurre a una dissociazione dal resto della personalità e a una seria compromissione dei rapporti con gli altri. Le modalità e il successo nella conduzione dei rapporti interpersonali sono criteri diagnostici validi e, parallelamente, il rapporto è il fondamento dell’intervento psicoterapeutico. Polemico nei confronti della psichiatria kraepeliniana, S. afferma la possibilità di comprendere le comunicazioni dei pazienti schizofrenici riportandole alle dinamiche interpersonali passate e insiste sul valore dell’atteggiamento empatico del terapeuta.


Bibliografia


Carotenuto, A. (a cura di), Dizionario bompiano degli psicologi contemporanei, Bompiani, Milano, 1992

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