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Ulisse




Eroe, figlio di Laerte, re d'Itaca, e di Anticlea. Si finse pazzo per non andare all'assedio di Troia, ma Palamede per provarlo, pose Telemaco, (figlio unico di Ulisse e Penelope) ancor bambino davanti ai buoi sotto l'aratro che Ulisse conduceva, il quale per timore di fargli del male, rivolse altrove l'aratro, palesando così la sua finzione, per cui fu costretto a partire. Giovò molto ai Greci con la sua prudenza e la sua astuzia. Fu egli che andò a cercar Achille alla corte di Licomede, ove lo trovò in abito femminile, e lo scoperse col mostrare pietre preziose e armi alle donne di quella Corte; perchè Achille scelse le armi non curandosi delle pietre preziose. Ulisse rapì il Palladio con Diomede, fu uno di coloro che si rinchiusero nel cavallo di legno, e contribuì molto col suo coraggio alla presa di Troia. Ritornato in Itaca corse molti rischi in mare, e lottò poi dieci anni contro la cattiva sorte. Naufragò all'isola di Circe, ove questa incantatrice lo trattenne qualche tempo, e da lei ebbe un figlio detto Telegono. Per ritenervelo più lungamente essa cangiò tutti i suoi compagni in porci, e abbandonata quell'isola naufragò in quella dei Ciclopi, ove Polifemo (vedi) divorò quattro dei suoi compagni, e lo rinchiuse coi rimasti in una caverna e anche di qui, fortunatamente si liberò. Si sottrasse accortamente agli incanti delle Sirene, e partendo dall'isola Eolia, Eolo in segno di benevolenza gli donò alcune pelli, nelle quali stavano rinchiusi i venti, ma i suoi compagni spinti dalla curiosità le aprirono, e i venti fuggendo sollevarono un'orribile burrasca, che gettò Ulisse sulle coste dell'Africa nel punto in cui stava per giungere in patria. Naufragò finalmente per l'ultima volta, perdette i suoi compagni e le sue navi, e a stento egli si salvò su una tavola, giungendo così dopo tante peripezie in Itaca, senza essere riconosciuto d'alcuno, e qui si mise fra gli amanti di Penelope sua moglie, facendo le prove all'arco, che a chi l'avesse t teso dovevasi dare in premio Penelope, ed essendo riuscito a tenderlo, si fece conoscere, rientrò nel seno della sua famiglia, e uccise tutti i rivali. Qualche tempo dopo rinunciò il regno a Telemaco, avendo inteso dall'oracolo che doveva perire per mano di suo figlio, e fu veramente ucciso da Telegono. Fu posto nel numero dei semidei.







Bibliografia

Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928

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